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Milano. Expo si è lasciata dietro alcune ombre e molti irrisolti – sto facendo alcune ricerche per un mio progetto e vi racconterò- ma è evidente che dopo, niente è stato più come prima. Porta Nuova City life,  La Lilla (no, non è una spogliarellista, è la nuova linea di metropolitana), la Darsena, certamente tutti progetti pregressi, ma che grazie ad Expo sono stati completati, e quindi un rilancio di immagine che ha portato una infinità di turisti che non chiedono più solo lo shopping, anzi,  ed infine l’arte, una proposta più interessante  dell’altra che spesso si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi e le mostre.Piazza Gae Aulenti Milano

Sarà questo turbine di novità che un pò stordisce ed un pò spaventa, ma avverto nella città fortissimo il desiderio di conoscere meglio il suo passato, come capita nelle famiglie quando i nonni raccontano. E sarà un caso ma la mostra di Esselunga che raccontava l’evoluzione dei nostri consumi a partire dagli anni 40 ha avuto un successo strepitoso, come è stata tanto City life milanoapprezzata un’altra mostra storica, “Milano e la mala” il racconto della criminalità milanese dal dopoguerra agli anni ‘70. Chiamiamole vie traverse, ma sono certamente più divertenti e sicuramente più vere di un libro di storia, per rammentare le ragioni grazie alle quali siamo diventati l’unica città di Italia con una dimensione ed un respiro internazionale. Ecco c’è anche dire, e la constatazione non è la mia anche se non ricordo più chi lo abbia scritto, che in tutti questi lunghi anni non avremo avuto sempre un governo cittadino brillante, ma certamente Milano non ha mai espresso come sua guida un sindaco incompetente in grado solo di fare danni. Come purtroppo è accaduto ed accade ancora in tante altre città d’Italia.

Ora, vi racconto tutto questo sull’onda di una percezione che ho vissuto io in questi due giorni. La ricerca delle radici della città, del tutto random e casuale, che si è concretizzata in due episodi.

Milano casa di ringhiera Il primo è quello di aver trovato nel mio quartiere un’altra casa di ringhiera, oltre a quella pubblicata su Instagram,  in cui lo spirito del tempo non è andato smarrito. La casa di ringhiera, lo sapete, era una tipologia tipicamente milanese  di edilizia popolare, alta circa quattro o cinque piani, che prevedeva la presenza delle unità immobiliari disposte lungo il ballatoio che fungeva da accesso ai singoli appartamenti, con i servizi igienici in comune sulla balconata di appartenenza ed un ampio cortile in cui si affacciavano botteghe di servizi, magazzini, un grande acquaio per il bucato di tutto il condominio ed uno spazio aperto per i giochi dei bambini e le panchine dei vecchietti. Ora, non voglio certo stare a farvi l’apologia di una casa senza gabinetto, però queste case avevano ed hanno ancora, secondo me, un senso fortissimo di micro comunità in cui la vita, se anche può risultare Milano casa ringhieradisagevole per la continua esposizione  pubblica dell’individuo o del nucleo familiare, è sotto il profilo umano infinitamente più ricca. La presenza di questa tipologia abitativa, converrete, sfata del tutto il principio che il milanese sia storicamente un soggetto chiuso, asfittico ed incapace di grandi relazioni, come io del resto ho sempre sospettato. D’altra parte, e questo non tutti lo sanno, i ricchi giardini e gli ampi chiostri e cortili interni ai palazzi, la cosiddetta Milano segreta, non sono il frutto della presunta riservatezza milanese, ma l’eredità di un tempo in cui si dovevano celare le proprie ricchezze ai dominatori stranieri della città, sempre assetati di tasse, il che più che riservati li fa apparire furbi ed intrisi di forte spirito italico, questi milanesi!

Fontana rifugio aereo milanoLa seconda esperienza è stata più intensa ed ancor più casuale. Sono passata da Piazza Grandi, corso XXII marzo, dove mi sono sentita  attratta dalla enorme fontana che c’è sulla sinistra della piazza che è si gradevole, ma non è certo la Fontana di Trevi. Eppure continuavo a girarci intorno perché avvertivo qualcosa, una forza immensa fatta di sentimento ed emozioni che non riuscivo a spiegarmi. Ora, chiariamoci, io trovo trasgressivo anche consultare l’oroscopo, sono un Toro segno di terra concreto e poco incline alla spiritualità. Eppure ho avvertito che in quel Piazza grandi rifugio antiaereo milanoposto c’era qualcosa di più. Tornando a casa, la sera, ho fatto delle ricerche ed ho scoperto che sotto la fontana c’è ancora uno dei più grandi rifugi antiaerei della città, 24 labirintiche stanze capaci di contenere quasi cinquecento persone, che conservano ancora le vie di fuga e tutte le altre indicazioni necessarie alla sopravvivenza nel bunker. E che si possono visitare previo appuntamento.  Ecco, io credo di aver sentito che quel posto conserva ancora un pezzo di anima delle persone che sono scampate ai bombardamenti,  lo spirito di condivisione  in grado di stemperare il terrore e l’orrore dei bombardamenti, ma anche un attaccamento profondo a quello che c’era fuori, strade locali negozi fabbriche e posti di lavoro che una bomba poteva  portare via per sempre. E’ li che trova origine il rispetto per le cose che caratterizza ancora oggi la città.

Ecco perché a Milano siamo così, pieni di spirito di iniziativa e pronti a rialzarci dopo aver perso la partita, ed anche aperti ed accoglienti, purchè chi arriva abbia voglia di riconoscersi nei principi e coltivare i valori di questa città. Ed abbia voglia di faticare. Lasciatelo dire proprio a me,  arrivata a 24 anni in questa benedetta città, che spesso mi esaspera , mi affatica, mi logora, ma che non riuscirei a cambiare con nessun’altra città al mondo.Milano

La casa di ringhiera è in via Paolo Frisi. Cercatela, e cercate anche qualche signore gentile che vi racconti la sua storia, dei proprietari ebrei che riuscirono ad evitare la confisca e dell’armonia che regna tra le famiglie italiane e quelle arrivate da poco.

Il rifugio antiaereo di Piazza Grandi si può visitare previo appuntamento a rifugio@neiade.it. Per ora otterrete un posto in lista d’attesa. Ma credo che valga la pena attendere.

La Mostra Milano e la Mala terminerà l’11 febbraio 2018. La recensione e maggiori informazioni su questo blog..

 

 

 

 

 

 

 

 

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