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Gam milano C’era una volta la Collezione Ottocento della GAM – Galleria di Arte Moderna – di via Palestro, che giaceva polverosa al primo piano di Villa Reale, una costruzione privata di fine 700 di chiara ispirazione neoclassica, comprata non ancora ultimata dalla Repubblica Italiana e donata al Comune. Patriottismo, fanciulli palpitanti, ritratti e storie romantiche risentivano di un ambiente vecchio e stantio, finchè non è arrivata come un fata la curatrice del Museo, Paola Zatti, a rinfrescare le pareti, ad ideare un nuovo percorso espositivo e ad illuminare tutto con un tocco di bacchetta magica che ha riportato in vita le opere, rimettendo in circolo emozioni e sentimenti tra il visitatore e la Collezione. Vi confesso che  mai avrei immaginato che una operazione di restyling del luogo espositivo potesse avere un impatto così forte nella percezione dell’arte.GAM milano

L’intervento più importante è stato quello sulla luce. Io qualche Museo l’ho visto, e vi assicuro che raramente ho potuto godere di una illuminazione capace di intercettare così nel profondo l’anima dell’opera, per riportarla direttamente  in quella del visitatore. Ne sono rimasta incantata inizialmente e così frastornata, mentre continuavo a girare per le sale senza un ordine GAM milanoche non fosse quello della bellezza che chiama bellezza, che davanti al girotondo di Pelizza da Volpedo ho pianto. Sissignore ho pianto e non me ne vergogno affatto. GAM milano

No, non è stato uno sbalzo ormonale – già mi pare di sentire i commenti degli amici uomini- ma una compenetrazione tra me e l’arte neoclassica del Canova, il Romanticismo dei ritratti, la corrente divisionista di Segantini e Volpedo. E poi la novità delle 15 statue, tirate fuori dalle polveri del magazzino, ristrutturate e esposte sui nuovi piedistalli, più alti e severi, capaci di restituire tutta la plasticità dell’opera in cui specchiarsi e ritrovare le proprie emozioni di una vita.

GAM milano Ecco, quello che ho sentito. Io in quelle opere ho ritrovato le gioie dell’infanzia, la svagatezza dell’adolescenza, l’ardore che solo una idea in cui credi ti può dare, tutti sentimenti sepolti sotto strati di cinismo e razionalità. E’ bellissimo il neo classicismo, ti smuove dentro, ti fa riascoltare i tuoi sentimenti, ti coinvolge ti esalta ti restituisce una vita che è fatta ormai di caselle ordinate in cui archiviare le passioni.

Quale sia l’opera più bella o significativa certo non posso essere io a dirlo. C’è “la lettrice” di Faruffini, tutte le statue di Canova, c’è un “Masaniello” di Puttinati che non conoscevo, “ la dea dell’amore” di Segantini che è quanto di più attuale ed elegante io abbia mai visto, incastonata obliquamente in una splendida cornice. C’e tanto altro, ed andate a vederlo. Io non sono una guida, purtroppo, so solo raccontare emozioni. GAM milano

E mi faccio, e vi faccio una domanda. Come siamo riusciti ad intossicarci di arte concettuale perdendo di vista la raffigurazione della bellezza pura io non lo so. GAM milanoCome abbiamo fatto a considerare il nostro ottocento solo uno stile, una maniera, nemmeno.   So che a furia di provocazioni artistiche stiamo diventando sterili. Il culto e l’esercizio della perfezione, della grazia, del sentimento tirato fuori dal marmo ci fa stare bene. Attorcigliarci nei nostri pensieri stimolati da qualcosa che facciamo fatica anche a capire, forse, no.

 

 

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